"A trentanove anni si cominciano a vagliare le cose con una certa lucidità, si distingue il grano che serve a nutrire la vita (amore, amicizie, lavoro), da ciò che è stato la fiammata di un momento, inutile persino per scaldarsi. Ci si aggrappa ai libri che veramente ci hanno segnato, si comincia a rileggerli e si può fare a meno di tutti gli altri. Rimangono gli amici veri, gli amori fedeli, l'impegno quotidiano in un lavoro, magari non riconosciuto dalla folla, che però serve, eccome se serve, perché è al servizio degli altri ed è il dispiegarsi della propria capacità di riparare. A trentanove anni rimane al centro del mio cuore l'amore grande, quello che nessuno può rovinare, l'amore che cura, l'amore che sostiene, l'amore che tace e che parla, l'amore che fa sanguinare e sognare, l'amore che salva perché è fedele e duraturo. E si fa strada nel cuore, come un'alba dopo la notte, la certezza che non può finire, perché è un amore che unisce gli impossibili: terreno e celeste, divino e umano, battagliero e pacificante". (Alessandro D'Avenia)
Commenti
Posta un commento